venerdì 22 febbraio 2013

Letture ludiche

Immagine Wikipedia
di Brando il brownie

“Una matita, una gomma e una buona dose di coraggio e immaginazione: non occorre altro per addentrarsi tra le pagine dell’avventura”.

Durante la lunga pausa che ci ha portati a questa nuova pubblicazione, ho avuto occasione di leggere una collana di libri trovata su un polveroso scaffale e mollata lì da chissà quanto tempo. Erano libri che raccontavano storie fantastiche, ma lo facevano con uno stile narrativo tutto diverso: anziché svolgersi linearmente, al termine di ogni paragrafo era necessario che io (nei panni del protagonista) compissi una scelta per essere portato a un paragrafo numerato successivo e quindi andare avanti con la storia. Oppure morire e finirla lì.
È stato così, chiedendo e leggendo qua e la che sono venuto a conoscenza del genere dei librigame.
Ma di cosa si tratta?
Un librogame è anzitutto un libro, e come membro di questa stirpe racconta una storia e insegna sempre qualcosa; il librogame è però anche un divertimento, un gioco di ruolo in solitario in alcuni casi più avvincente di un testo lineare, dove il lettore è sempre uno spettatore che segue una storia strutturata in inizio-svolgimento-conclusione. Che si tratti di un racconto a bivi o un vero e proprio librogame d’avventura, in questo tipo di libri è sempre il lettore a dover compiere delle scelte che di volta in volta lo condurranno al capitolo finale.

Come funziona?
Nel caso dei racconti a bivi ci troviamo in pratica davanti a un romanzo, dove di tanto in tanto il lettore è chiamato in causa per far scegliere al protagonista quale strada percorrere e proseguire nella narrazione con le relative conseguenze; tuttavia il genere che ha letteralmente spopolato negli anni 80 e per i primi 90 è senz’altro il librogame avventuroso, dove oltre alle scelte è integrato nel sistema un vero e proprio regolamento per gestire i combattimenti e l’utilizzo di particolari abilità o incantesimi, il più delle volte con un’effettiva scheda personaggio sottomano e un tiro di dadi: la formula più comunemente usata consente al lettore di “tirare” a caso un numero puntando alla cieca la matita in una griglia numerata, stampata solitamente su di una pagina all’inizio del volume; non è raro, tuttavia, trovare collane in cui ogni pagina, accanto al numero progressivo, porta stampata una coppia di dadi con in primo piano una delle facce numerate. In questo modo il tiro avviene facendo scorrere le pagine fermandosi casualmente su di una di esse. Nulla v’impedisce di usare dadi reali, se ne siete in possesso.
Un librogame d’avventura è costituito da paragrafi numerati in maniera ordinata, tuttavia non è leggendoli uno di seguito all’altro che si giunge alla fine del racconto; alcuni paragrafi non saranno mai letti, specialmente quelli in cui è descritta la morte del protagonista (almeno questo è lo scopo). Si parte sempre dal primo per concludere, il più delle volte, con l’ultimo, ma al termine di ogni sezione viene imposta un’opzione al lettore che lo indirizza a un capitolo successivo, in base alla scelta che egli compie.
Naturalmente non si tratta di un vero gdr, dove un diverso gruppo di giocatori può stravolgere completamente la stessa avventura giocata da altri. Un librogame rimane sempre vincolato alla narrazione principale e la storia si muove sopra un binario predefinito: non è certo possibile riscrivere da capo quello che è già stato scritto, stampato e pubblicato. Resta tuttavia una lettura alternativa e interessante.

Nascita ed evoluzione.
Se si estende il concetto di librogame a una più ampia varietà di generi, diventa possibile farne risalire la nascita già alla fine degli anni 50, con libri a bivi a scopo educativo. Ma non c’è dubbio che, in Italia, la vera diffusione, e l’affermazione del sistema avventuroso, sia avvenuta con la casa editrice EL, protagonista assoluta con 34 serie differenti e ben 186 volumi pubblicati.
Storiche saghe come Lupo Solitario, Oberon o AD&D (ispirata al popolare gdr) hanno spinto centinaia di fan a presentarsi puntualmente nelle librerie a chiedere quando sarebbe uscito il successivo volume della serie preferita.
L’editoria dei librogame ha spesso sfruttato realtà già note al pubblico dei lettori, ma in alcuni casi ha creato dei mondi ex novo sfruttabili per creare nuove saghe letterarie. Ed è proprio quello che è avvenuto per esempio nel caso del già citato Lupo Solitario, che ha dato il via ai suoi creatori per scrivere una serie di romanzi fantasy incentrati sul Magnamund e gli strani esseri che lo popolano.

Oggi la possibilità di reperire questo tipo di libri nelle librerie si è notevolmente ridotta, ma nell'era di Internet è praticamente impossibile non riuscire ad ottenere qualcosa fuori commercio: basta cercare. Alcuni dei romanzi tratti dalle serie sono inoltre stati riediti da Fanucci con una veste tutta nuova.
Buona lettura, quindi, e ricordate: basta una matita e…

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